Sebbene l'Emilia Romagna sia una delle regioni con il più alto tasso di occupazione femminile, il lavoro delle donne continua ad essere il più precario, il meno retribuito e quello con maggiori elementi di instabilità connessi, prevalentemente, all'esigenza di conciliazione tra vita professionale e familiare.
La CGIL Emilia-Romagna è impegnata a costruire un modello economico e sociale integrato che contempli politiche di genere e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per donne e uomini e a contrastare la precarietà del lavoro femminile e promuovere un lavoro di qualità per le donne, superando diseguaglianze e discriminazioni. Diventa centrale l'iniziativa finalizzata a dare impulso a nuove pratiche negoziali e ad individuare azioni e strumenti di sostegno alle politiche del lavoro per l'occupazione femminile, con un'attenzione particolare rivolta alle giovani donne, alle donne migranti, alle donne sole e adulte allontanate dal mercato del lavoro e difficilmente ricollocabili.
La CGIL Emilia-Romagna opera altresì per la salvaguardia delle condizioni di vita e di lavoro dei migranti tramite un approccio integrato che risponda ai loro bisogni complessi ed eterogenei, superando la logica di interventi di carattere assistenziale ed emergenziale in favore di politiche strutturali e stabili.
Inoltre, la CGIL promuove e realizza iniziative per la lotta alla discriminazione, a favore della mediazione culturale e dell'alfabetizzazione.
Parallelamente, al suo interno, sta progressivamente adeguando la struttura della propria rappresentanza e l'offerta del Sistema Servizi al forte incremento di iscritti di origine straniera.