A differenza di quanto accaduto durante la pandemia, questa volta la cassa integrazione "non sarà sufficiente" ad arginare la crisi economica e sociale alle porte. "In autunno dovremo affrontare un'emergenza senza precedenti. C'è stato il grido di allarme delle imprese del distretto della ceramica, ma è un problema che riguarda anche altri settori. Voglio ricordare però che le difficoltà per i pensionati e i lavoratori saranno doppi", avverte il segretario della CGIL Emilia-Romagna Massimo Bussandri, intervenuto ieri sera alla Festa provinciale di Forlì e Cesena in un dibattito con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia di Forlì e Cesena Enzo Lattuca, la segretaria della CGIL Forlì Maria Giorgini e la segretaria della CGIL Cesena Silla Bucci.
Il segretario della CGIL Emilia-Romagna Massimo Bussandri
Oltre alla tenuta del posto di lavoro, i lavoratori dovranno infatti preoccuparsi della tenuta dei loro salari. Perché "la recessione che ci aspetta - sottolinea Bussandri - non sarà quella classica, in cui rallenta l'economia e la produzione va in difficoltà senza che aumentino i prezzi". Qui abbiamo invece davanti un'inflazione galoppante "senza precedenti" e quindi "lo strumento della cassa integrazione non sarà sufficiente, perché permetterà di arrivare solo al 20 del mese", scuote la testa il segretario della CGIL Emilia-Romagna.
Servono quindi strumenti straordinari. A partire da "una strategia europea che fissi un tetto al caro energia e che eviti che ogni paese vada per conto suo", fino alle azioni che dovrà mettere in campo l'Italia. In questo contesto si inserisce la proposta lanciata dal segretario della CGIL nazionale Maurizio Landini, un intervento per famiglie e imprese da finanziare ridistribuendo tutti gli extraprofitti, non solo quelli delle aziende energetiche, ma anche di banche e farmaceutici. "In Italia c'è chi si è arricchito - ricorda Bussandri - per gli effetti della speculazione", perché il rincaro delle energia e delle materie prima è partito prima del 24 febbrario, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. "Ecco, gli extraprofitti sono esattamente questo, andare a prendere i soldi in una situazione di emergenza drammaticità e straordinarierà da chi si è arricchito senza vergogna. E quando sento la più importante azienda pubblica di Roma dire che non intende pagare, o quando sento Hera, la più importante azienda pubblica in Emilia-Romagna, dire che paga ma farà ricorso, allora mi indigno", conclude Bussandri.