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Il segretario Bussandri ha parlato dal palco subito dopo l’intervento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ha messo in luce le contraddizioni, le incoerenze e anche le manifeste manipolazioni contenute nel discorso della premier. “Si tratta del governo più lontano dai nostri valori, non lo dico io lo ha detto la stessa Presidente del Consiglio in apertura ed è l’unica cosa su cui sono d’accordo con lei, non è infatti sufficiente citare Argentina Altobelli che era la compagna di lotta e di partito di Giacomo Matteotti per far dimenticare il verso delle sue proposte. Perché c’è un filo conduttore unico che caratterizza l’azione di questo esecutivo, comprese le omissioni, anzi a volte le omissioni sono più indicative delle azioni. Penso ad esempio all’ inquietante silenzio sul pestaggio degli studenti di Firenze da parte di fascisti seguito dalla scandalosa reprimenda verso una preside colpevole di aver ottemperato al compito educante di qualsiasi comunità scolastica cioè ricordare che il fascismo è un crimine e l’antifascismo un dovere. Altro esempio, la disarmante assenza davanti alle bare degli innocenti morti a pochi metri dalle nostre coste a Cutro. Non commettiamo quindi l’errore di credere che queste manifestazioni siano solo un tratto identitario, il vero fine di questo governo è quello di attaccare e minare la Costituzione nata dalla Resistenza. Del resto, lo ha chiarito la premier che ci ha ricordato questa mattina che la sua data di riferimento è il 17 marzo del 1861, la nascita del Regno di Italia, per noi invece la data di nascita di riferimento del Paese è il 25 aprile del 1945. Siamo repubblicani e democratici. L’attacco alla Costituzione si sostanzia con un imponente progetto di stravolgimento dell’assetto costituzionale che vede insieme presidenzialismo e autonomia differenziata, l’esecutivo svincolato da pesi e contrappesi e lo smantellamento del perimetro pubblico del Paese. Questo progetto è molto pericoloso perché unisce chi ha interesse a promuovere quel decisionismo in cui la fretta delle decisioni spinge a sbarazzarsi delle fastidiose mediazioni sociali a chi ha interesse a trasformare il confronto con il sindacato confederale in una frettolosa audizione di cortesia come è successo l’altro giorno con la delega fiscale. Sono tanti nel nostro Paese quelli che hanno interesse a un sistema di istruzione asservito alle necessità delle imprese invece che finalizzato a costruire intelligenze critiche e cittadini consapevoli, sono tanti ad avere interesse nello smantellamento del servizio sanitario nazionale a favore delle assicurazioni e di un sistema che tutela solo i più ricchi e chi vuole fare profitto sulla popolazione bisognosa di cure. Il blocco sociale di questo Governo infatti, non comprende solo la piccola e media impresa ma anche quell’establishment che sorvola su questioni imbarazzanti e pericolose pur di guadagnarsi la benevolenza dell’esecutivo: sono quelli che invocano tolleranza per la loro incapacità di competere sul segmento alto della concorrenza, sono quelli che hanno interesse a mantenere un sistema produttivo basato su ricorso alla precarietà di massa e stretta salariale, sono quelli che vedono il fisco come un odioso balzello e non come il fondamento dello stato sociale.
Da qui nasce il pericolo per la tenuta della nostra Costituzione e credo quindi che il mandato dei prossimi 4 anni debba partire dalla difesa e dal rilancio della Costituzione. Avanti quindi con la vertenza confederale per aumentare i salari e le pensioni nette, il segretario della Cisl Sbarra ha aperto alla possibilità di una grande mobilitazione unitaria, cogliamo da subito questa occasione. Avanti con la lotta per eliminare dal diritto del lavoro le forme di precarietà, per rilanciare il servizio sanitario nazionale e il sistema di istruzione pubblica. Non sarà facile, ma abbiamo il dovere di farlo. Siamo ancora noi il migliore antidoto all’indifferenza di questo Paese”.

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