Intervista al segretario Cgil Paride Amanti, Di Greta Magazzini
Oggi 28 aprile ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, un appuntamento che aiuta a tenere accesa l’attenzione su un tema troppo spesso poco commentato, se non quando troviamo sulle prime pagine dei quotidiani o nei tg nazionali notizie di cronaca riguardo la morte di un lavoratore o di una lavoratrice sul posto di lavoro. Vengono chiamate “morti bianche“, dove bianco indica l’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto. Tuttavia, la ricerca dei colpevoli non è un’attività vana, perché una migliore formazione, migliori tutele e quindi una maggiore attenzione governativa sul tema sono punti ben auspicabili.
In Emilia-Romagna è nato nel 2021, in particolare, un osservatorio, l’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna, che attraverso i dati resi noti dall’INAIL, monitora costantemente infortuni, malattie professionali e denunce di infortunio con esito mortale nelle province romagnole ed emiliane. Nel 2022 si sono registrati: 81.170 infortuni denunciati (+9,6% rispetto ai 74.066 del 2021); 5.703 malattie professionali denunciate (+2,2% rispetto alle 5.578 del 2021); 88 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 110). A Parma nel 2022: +13,2% di infortuni, + 13,1 % di malattie professionali, in calo i morti. Numeri alti che dimostrano che ancora ci sia molto da fare sul macro-tema della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro.
Abbiamo quindi chiesto di commentare i dati a Paride Amanti, segretario della Cgil regionale, con deleghe alla contrattazione, al mercato del lavoro, agli appalti e alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’Osservatorio nato da un’esigenza sindacale
Nato due anni fa, l’Osservatorio regionale, “si pone l’obiettivo di avere in anticipo l’accesso alle banche dati dell’INAIL per analizzare le dinamiche di infortunistiche e delle malattie professionali presenti nelle varie filiere produttive dei territori“, spiega Paride Amanti. “Abbiamo voluto creare questo tavolo di osservazione per cercare di capire questi fenomeni e mettere in piedi politiche di prevenzione e contrasto“. Inoltre, anticipa Amanti, “a seguito del Patto per il lavoro e il clima con la regione Emilia-Romagna insieme a più di cinquanta soggetti abbiamo condiviso a settembre del 2022 un testo sulla salute e la sicurezza di assoluto rilievo, che mette sotto osservatorio i settori maggiormente a rischio: logistica, agricoltura e edilizia“.
In questo modo vengono messe in piedi una serie di iniziative su un tema “molto caro alla Cgil“: la sicurezza e la salute sul lavoro sono infatti il risultato di una sommatoria di fattori indissolubile. Il tema rientra infatti nel più vasto argomento della qualità del lavoro. Spiega Amanti: “Il tipo di contratto è strettamente collegato alla sicurezza sul posto di lavoro. Se tu sei precario sarà molto difficile che tu sia consapevole di cosa significhi lavorare in modo sicuro e nel rispetto delle norme“. È quindi necessaria la formazione ad hoc su rischi e pericoli che si corrono al momento dell’assunzione in un determinato posto lavorativo. “Nel documento si è convenuto che al momento dell’assunzione si renda consapevoli le persone del loro operato e dei loro diritti. Un progetto che deve partire dalla scuola, dove bisogna promuovere negli istituti di ogni ordine e grado lezioni e momenti di incontro per mettere in evidenza questi aspetti“, argomenta il segretario Cgil.
Un altro punto condiviso nel documento riguarda l’apertura di alcuni tavoli di osservazione provinciali, “per far in modo che tutti i soggetti istituzionali preposti alla salute, sicurezza e alla prevenzione, insieme alle istituzioni – perché i tavoli saranno presidiati dal presidente della provincia – cerchino di fare un’analisi del territorio andando a individuare i luoghi complessi“. In questo modo si costituirà “un gruppo interforze sul modello delle ricostruzioni dai terremoti, per fare un esempio, che si occupi specificamente della formazione, e includa un rappresentante della sicurezza sul sito di lavoro per coinvolgere tutte le persone con diversi contratti“. Infine, conclude Amanti, “ci occuperemo della corretta applicazione dei contratti nazionali di lavoro“.
“Lavoro e legalità strettamente collegati”
L’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna è in stretto lavoro con l’Osservatorio della legalità. “Sappiamo benissimo che la legalità è un punto cardine quando si parla di lavoro, e la nostra attività sindacale non può prescindere da questo argomento“, afferma Paride Amanti. “In particolare a preoccuparci è il nuovo Codice degli appalti“, che prevede l’accelerazione dell’assegnazione degli appalti di piccolo/medio importo. Sostiene il segretario: “Il rischio di infiltrazioni e di corruzione è alto, e ne abbiamo avuto testimonianza con vari processi, a partire nel nostro territorio dal caso AEmilia“.
“Il fatto che molti lavori, soprattutto nei piccoli comuni, possano essere assegnati senza bando, va a far venire meno la trasparenza di questa assegnazione. Inoltre, il sistema dei subappalti è contrario a una qualsiasi operazione commerciale: invece di aggiungere valore, si svolge una sorta di ‘gara al ribasso’“. Questo nuovo sistema, argomenta Amanti, va a schiacciare i diritti di chi lavora e favorisce la mala applicazione dei contratti di lavoro.
Necessario partire dal lavoro precario per migliorare la sicurezza sul lavoro
Gli infortuni sul lavoro continuano a colpire in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, sistema degli appalti e dei subappalti). In una singola espressione: i contratti precari. “Le nostre richieste al governo sono state tante, ma l’ascolto poco“, commenta Amanti. A partire dagli stage e dai tirocini, bisognerebbe distinguere bene la formazione dal lavoro e questo dallo sfruttamento, aggiunge.
Alcuni casi di cronaca ci vengono in soccorso per sostenere l’argomento. Per esempio: la morte di Giuseppe De Seta durante il periodo di alternanza scuola-lavoro in fabbrica, in provincia di Venezia, all’età 18 anni e il fatto che l’INAIL non abbia riconosciuto il risarcimento perché il ragazzo era stagista (il risarcimento viene riconosciuto a dipendenti e a stagista solo se “capofamiglia”), ci fa capire quanto nel nostro Paese sia presente un enorme vuoto normativo. “Noi crediamo che vada elevata l’età scolastica e non abbassata l’età dello sfruttamento. Stage e tirocini non sono lavoro. I ragazzi e le ragazze con questi contratti non dovrebbero lavorare, dovrebbero essere formati“.
Al di là dell’argomento su stage e tirocini, non è mai facile vedere riconosciuti i propri diritti in ambito lavorativo, anche per quanto riguarda il risarcimento in caso di infortuni o malattie. “Per questo noi come Cgil al congresso regionale recentemente concluso abbiamo preso una ferma decisione: in tutti i casi di sfruttamento, capolarato ecc. noi ci costituiamo parte civile, perché vogliamo partecipare al processo al fine di determinare le dinamiche accadute“. Inoltre, “continuiamo a chiedere di fare di più al governo e nel mese di maggio abbiamo indetto tre manifestazioni, a partire da quella interregionale del 6 maggio a Bologna, dove parleremo di contratti precari, della questione salariale, delle pensioni, della sanità pubblica e della sicurezza sul luogo di lavoro“, conclude Paride Amanti.