Per il segretario regionale, Massimo Bussandri, è "un segnale molto importante". Crescono anche gli iscritti al sindacato: nel 2023 le tessere sono oltre 792mila, 20mila in più rispetto al 2022
Crescono gli iscritti alla Cgil Emilia-Romagna e la campagna referendaria contro il Jobs Act, invece ha raccolto già 52mila firme. Prime tra tutti quelle della segretaria del Pd, Ellly Schlein, e del sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
Il Jobs Act e la frattura con il mondo del lavoro
"Un segnale molto importante”, spiega Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, anche perché “il Jobs Act che ha creato una frattura con un certo mondo politico ma non è l'unica battaglia”. I quesito sono quattro e restituiscono l’immagine di un sindacato impegnato in battaglie improntate ad “una ricomposizione complessiva del lavoro per puntare sulla sicurezza e superare lo sfruttamento, la precarietà e i bassi salari". L’obiettivo -- al termine della raccolta firme del 22 luglio - raggiungere quota 200mila sottoscrizioni a livello regionale.
Tesseramento e record positivi
Per quanto riguarda il tesseramento, per Bussandri negli ultimi meso sono stati segnati alcuni record positivi. Nel 2023, infatti, le tessere al sindacato sono oltre 792mila, 20mila in più rispetto al 2022 con un balzo del 2,68%. Tanti sono i segnali positivi: la maggioranza di donne (52,86%), un aumento di nuovi iscritti (26.302) e di under 35 (+4,68%). Nella platea sono quasi 376mila i lavoratori (gli attivi) e più di 416mila i pensionati, ma percentualmente i primi aumentano più dei secondi dal 2022 al 2023. Numeri che dimostrano come "non siamo solo un sindacato di pensionati", ricorda Gianluca Zilocchi, segretario organizzativo Cgil Emilia-Romagna.